venerdì 12 dicembre 2014

Gabriele Adriano Gagetti: Sulla mia pettinatura e come Varese l’accudiva. Ricordando il soprannome che Accio m’affibbiò



Il barbiere Varese nella sua barberia di Vecchiano 
Foto gentilmente concessa dal figlio Alessio Baroni




Gabriele Adriano Gagetti

  SULLA MIA PETTINATURA E COME VARESE L’ACCUDIVA
(Ricordando il soprannome che m’affibbiò Accio)   

Voglio raccontare con un "outing" simpatico - se ti ricordi Accio la mia caratteristica fisica era quella di essere grosso, e nel grosso ci stava una bella "CEPPA", tantè che tu invece di Cacio, mi chiamavi Testi. Io me ne impippavo e quella che voleva essere una provocante offesa divenne un modo simpatico di definirmi. Una volta resa universalmente nota la mia autoironica volontà di fare di ciò un punto di forza, della mia "CEPPA" se ne parlava in modus olimpico in mitiche gare di misurazioni craniche, dove risultavo ogni volta il Lionel Messi della disciplina. In quel contesto e con un bel 64 di circonferenza cranica per scimmiottare un po' te e un po' i calciatori argentini iniziai a farmi crescere i capelli in maniera incontrollata. La cosa durò almeno tre anni - diciamo dal 1974 fino all'inverno 1977 - per dare una forma un po' più slanciata ai capelli che crescevano come crescono anche ora come sospinti da una propulsione nucleare, mi rivolgevo alle sapienti mani di Varese che settimanalmente mi dava le sforbiciate giuste per far si che non si allargassero ai lati e continuassero a crescere dietro. Infinite lisciate a pettine bagnato, rasoiate delicate e poche forbici davano ai miei capelli la forma di una "justicatio cranii" ovvero di una sorta di parrucca che copriva la non indifferente capienza cocurbitale. Nelle giornate ventose, dai lati i miei capelli sembravano una sorta di alettoni tipiche della Vespa 50, praticamente si aprivano ad alzata di COBRA. Nell'insieme una schifezza se non fosse stato per i buoni uffici di Varese. 







Un pomeriggio di quel 1977 mi presentai al Bar dei Comunisti con i capelli corti e ben più adatti alla mia dotazione di bordo - avevo ceduto alle pressioni di nonna Dina e francamente mi ero convinto che la cosa non reggeva. Fra le sorprese di tutti che mi avevano visto fino all 19,00 del giorno prima con i capelli lunghi si sollevo' la voce di Artiglino (Alberto Andreoni) che disse: - LO SAPEVO GIA' ME L'HA DETTO VARESE IERI SERA QUANDO ANDAVA CON GLI STRUMENTI DI LAVORO AL CAMPO SPORTIVO. DOVE VAI VARESE? - VADO AL CAMPO PERCHE' C'E' CACIO CHE M'ASPETTA SU UN PANCACCIO - PER LEVANNI DI DOSSO TUTTO QUEL PELAME LA BOTTEGA NON BASTAVA. Risate a crepapelle e come al solito "CARAGO UN GERMAISTER".



...CONTINUA




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