sabato 17 luglio 2010

Accio: Lapide e post-lapide per Margherita C










ACCIO


MARGHERITA C
EBBE D’UN FIORE IL NOME E LA VITA

POST-LAPIDE
Fra i petali del tuo nome
sconosciuta bambina vecchianese
la voce fresca dell’erba
il ramo con le pesche a luglio
il cielo con lumini al posto di stelle
la luna in eterno bianca palla
per lo stupore del tuo angelico gioco



°°°

Nel cimitero di Vecchiano ci sono antiche lapidi accatastate nell’ossario. Ad alcune ho aggiunto una dedica che spero verrà accettata, questo 16 luglio, da Margherita C ovunque si trovi. Sono nato di sette mesi l’8 dicembre 1952 a rischio di morte, se fosse accaduto anch’io avrei avuto una lapide simile e mi son trovato a pensare cosa avrebbe ispirato al marmista-epigrafista il mio nome di derivazione latina, claudicante, colui che zoppica, nome anche di un imperatore. Forse un ispirato: “Zoppicò brevemente sulla terra, che corra nell’eternità l’auspicio dei genitori” oppure un più alato: “Pochi giorni angelo tra le braccia materne, eternamente tra quelle di Gesù”. Non sarei diventato Accio, né l’uomo di 56 anni che oggi con la stilistica dell’umorismo nero, si concede una sorta di frescura nella giornata afosa, in questo piccolo cimitero, dove i miei antenati riposano e dove mio padre, Libertario detto Lalo, ha una delle sue tombe, perché l’inquietudine e l’avventura gli impongono d’essere nomade anche da morto. CDS, 16 luglio 2010


Una scelta di lapidi si trovano in “Almadoc. 160 anni di cronaca vecchianese” di Piero Chicca

mercoledì 7 luglio 2010

Accio: La mia amicizia con Leoni Fabrizio




                                                            Leoni Fabrizio, da Facebook


LA MIA AMICIZIA CON LEONI FABRIZIO

Oggi mi ha chiesto, su Facebook, l’amicizia un amico con cui giocavo a soldatini, a figurine, quand’ero piccolo: Leoni Fabrizio. Suo padre, “Il pesciaio” aveva una pescheria, da qui il nome comune che diventa soprannome-nome. Il Pesciaio era amico di Lalo e gioavano spesso a carte assieme. Pubblico il nostro scambio avuto nei "messaggi". Che prende le mosse dai “racconti” sulla morte di Mauro Puntoni e su storielle a lui legate.

                                                                             °°°

O Fabrizio... ma che hai i baffi bianchi!... che tempi quando si giocava insieme... mi fa piacere scambiarci su Fb... e con il Blog Vecchiano un paese bisogna raccontare Vecchiano assieme... ho cominciato con il Puntoni... ma di personaggi ce ne sono tanti... anche i nostri mitici genitori! a presto, Claudio

                                                                             °°°

Ciao Claudio...ormai il bianco è un colore predominante...eh...eh....ho letto i tuoi commenti e quelli di Mariano e sinceramente devo dirti che mi sono venute le lacrime agli occhi....cosa vuoi farci sono un maledetto sentimentale.....da quando ho perso tutti e due i genitori vado spesso al cimitero a trovare non solo loro ma tutti i miei carissimi concittadini....ognuno di loro un pezzo di vita... è un piacere anche per me ritrovarti....che tempi...Io ...te...Sergino…Emiliano...Albertino... ciao Accio a presto!

                                                                             °°°
Fabrizio... quando vengo a Vecchiano, in agosto ci sto tutto il mese e a luglio sono a Marinella di Sarzana ma capito spesso dalla Nada... si chiacchiera assieme... tu e gli altri mi raccontate le storie e io le scrivo o lo facciamo assieme... (miglior ruolo uno scrittore non può avere secondo me) così oltre che andare al cimitero come tu fai e io faccio con Lalo, appena esco a Pisa Nord e taglio tra i campi, i nostri genitori li facciamo ancora vivere nella storia di un paese on line... abbraccio, Claudio Di Scalzo detto Accio





martedì 6 luglio 2010

Mariano Nencini: Tre brevi storie su Mauro Puntoni



Ivano Boschetti, Mariano Nencini, Mauro Puntoni





Mariano Nencini

TRE BREVI STORIE SU MAURO PUNTONI

Caro Claudio detto Accio,... per capire la vita di Mauro nel contesto del paese bisogna prima spendere due parole sulla sua persona. Non è stata certamente la sua una vita facile, da ragazzi per il suo modo di fare semplice e bonario e un po’ per il suo fisico, robusto ma dotato di una forza e agilità non indifferente, anche se era spesso al centro di scherzi, lui stesso si definiva “il pallino rosso”, era bene inserito nel gruppo, aveva un modo di esprimersi incredibile. Passando gli anni da adulto, ha avuto una breve esperienza lavorativa, ha lavorato alla Italsiux, facevano scarpe, ma lì purtroppo forse per l’inesperienza o anche per un po’di leggerezza da parte sia della direzione e di altre persone che non sono riuscite a gestirlo in un ambiente come quello è stato allontanato come violento dopo pochi mesi, ha passato il resto della sua vita da disoccupato, cercando inutilmente un altro lavoro.Verso i venti anni prese una sbandata per una certa Sandra che batteva a Viareggio e per un po’ di tempo per lui divenne l’unico argomento e stressava tutti per andare a Viareggio a trovarla… Poi col passare degli anni gli amici coetanei del muretto, un po’ per motivi familiari e un po’ per lavoro si sono allontanati dal bar La Pergola e dalla vita della piazza e lui piano piano si è chiuso, è uscito sempre di meno fino a passare tutto il giorno in casa, accontentandosi di qualche sigaretta e la tivù a tutta voce. La Metella, sua madre, diceva che la faceva diventare cieca dal fumo e sorda dal rumore, questa cosa l’à detta anche il Parroco di San Frediano durante la messa funebre. Con la morte di sua madre è andato a vivere in un istituto sulla via Tosco-romagnola “ I re magi “, siamo andati a trovarlo, stava bene, era accudito benissimo e seguito anche a livello dietetico. Se non si fosse presentato questo problema sarebbe campato cento anni .
Ora ti racconto alcuni episodi:
   
LA PENNA STILOGRAFICA

Alle elementari lui occupava il banco dietro me, davanti io e Massimo Magagna e dietro lui e Piero Milani (il Fiorentino), dietro due ripetenti che non gli davano pace. Per scrivere usavamo la penna stilografica, quella che si caricava a pompa come le siringhe e per non sbaffare asciugavamo lo scritto con la carta assorbente, lui ne teneva una sempre pronta davanti e noi gliela chiedevamo in prestito ma poi finiva sempre per essere stracciata, Mauro ne metteva fuori un’altra ma finiva allo stesso modo, alla terza quando ci giravamo indietro per prenderne un’altra lui ci aspettava con in mano la penna e avendo tolto il tappo posteriore e tenendo il pollice sulla pompa ci urlava: “Vaccèo vaccèo”( vi acceco vi acceco ) e il maestro Tabucchi si incazzava .
 

AL RITORNO DALLE VACANZE

Ai primi anni Settanta acquistai una Dyane, che ho tuttora, e d’estate con gli amici, per le vacanze andavamo a fare dei viaggi di alcune settimane, al ritorno di uno di questi viaggi parcheggiata la Dyane davanti alla Pergola ero dentro a raccontare le avventure del viaggio quando arriva Mauro, mi guarda, mi mette una mano sulla spalla e mi dice: “Sei tornato?”, io gli rispondo: “No”, lui ripete: “Dai, sei tornato” ed io seccamente “No!”, lui mi stringe per un braccio e, con un sorriso che mi sembra di vedere ora, mi dice: “Dai... lo so che sei tornato. Ho visto la macchina fuori!” - con espressione che sembrava dirmi: “Non fare il furbo!”-.
 

LA CENA DEL '48

Qualche anno fa, quando abbiamo compiuto i cinquanta anni abbiamo organizzato una cena, che poi è rimasta una consuetudine negli anni successivi, contemporaneamente abbiamo regalato una coppa con scritto i nomi della nostra classe al nostro maestro delle elementari Ivo Tabucchi che faceva cinquanta anni di matrimonio. Andammo a casa di Mauro per metterlo al corrente e per invitarlo alla cena che sarebbe stata fatta all’ Hotel Bixio alle Focette che è di proprietà di Paolo Donati anche lui nostro compagno di classe, lui il un primo momento non voleva assolutamente venire, poi noi e la sua mamma siamo riusciti a convincerlo, alcuni giorni prima della cena siamo tornati a casa sua per definire i dettagli e la Metella (sua madre) era molto contenta che lo portavamo un po’ in giro e ci fece vedere il vestito in camera, appeso a una cruccia, pronto per essere indossato. La sera della cena io con Franco e Giancarlo andammo a prenderlo ma lui, con decisione ci disse che non veniva e nonostante sia noi che sua madre cercassimo di convincerlo non riuscimmo a fargli cambiare idea. Passarono più di due anni, non lo avevo più visto, un giorno lo vidi in lontananza che stava rincasando col suo andamento caratteristico, passi corti e veloci, io ero in bicicletta, lo raggiunsi e lo chiamai: Mauro!, lui si girò, mi guardò serio e mi disse:“ tanto a cena un (non) vengo”.
Ora ti saluto perché incomincio a emozionarmi...
  

                                                  °°°



Nella prima foto: Mauro alla Pergola; nella seconda foto in calce: Ivano Boschetti, io e Mauro al Gruppo culturale “Howl” (Mariano Nencini)

                                                 Mauro Puntoni


Le "Tre brevi storie su Mauro Puntoni", seguono quella di Giorgio Marianetti Affettuoso ricordo di un atipico puttaniere", 28.VI."010) e di Claudio Di Scalzo (In ricordo di Mauro Puntoni", 7.VI.2010). Il weblog "Vecchiano un paese" si conferma nelle sue narrazioni su vite non illustri come un vero e proprio spazio glocale che accoglie la storia di un paese, Vecchiano, nel molteplice del mondo. Vedendo realizzarsi un progetto on line, che sarà ospitato anche su OLANDESE VOLANTE a settembre, ed essendo io stesso uno strapaesano telematico, sono lieto di quanto accade. Le "narrazioni" di Giorgio Marianetti, e di Mariano Nencini, danno l'idea di come in Toscana il racconto orale sia perno di sedimentazioni memoriali che riecheggiano una tradizione, quella del bozzetto e della storiella esemplare e che trascritte assumono un valore letterario. Credo anche che questa "tradizione" possa on line, dentro contenitori e spazi adatti, trovare un suo inedito sviluppo. A questo mi dedicherò in questa mia estate nel pisano. Claudio Di Scalzo 






DIREZIONE
Chiara Catapano - Claudio Di Scalzo