giovedì 28 ottobre 2010

Per una visione e una letteratura minore sull’Olandese Volante

 




PER UNA VISIONE E UNA LETTERATURA MINORE

Da bambino uno dei giochi della banda di Accio era quello dei “Tesori e segreti”. I bambini scavavano una buchetta, della grandezza di una mano, dentro vi depositavano corolle, cartoncini colorati, una faccina ritagliata. Il gioco proseguiva con i bambini che dovevano “raccontare” il segreto del perché la corolla, il cartoncino, la faccina era un “tesoro”. I bambini, e Accio tra loro, raccontavano anche eventi terribili. Però era un gioco, e quella piccola “tombina” evocava fantasmi che una corsa, uno strillo, una fetta di pane strusciata col pomodoro avrebbe cancellato. Ho pensato, stamani a questo gioco, mentre sto diventando l’Olandese Volante, e sono un uomo maturo, con i baffi che imbiancano e le tempie grigie, e ho ferite che mi fanno dolere il petto e fitte evocano anche tremende a notte, e credo che quei lontani “Tesori e segreti” non abbia mai smesso di scavarne. Tante piccole buche e vetri fino a questo del pc on line. La "mia" letteratura minore. Nel mattino d'ottobre sotto al frammento di vetro Accio posa un modellino con le vele sfrangiate da veliero, se l’è fatto da solo… con un guscio di noce, della mollica di pane, uno stecchino da denti, e un ritaglio di stoffa bianca e nera che la Nada, la su’ mamma gli ha dato. E lo guarda soddisfatto. Il suo tesoro. Nessuno della banda ha un tesoro così. Sotto al vetro. E gli amici vogliono saperne la storia. Il segreto. Una letteratura minore anche se Deleuze ancora non lo conosco udiranno da me. Anche se non ho ancora scritto un rigo da nascondere in altri luoghi che non saranno più un orto. Luoghi in una geografia da smarrire europea perché non c’è più l’amata presenza a cui raccontarlo. E' morta. Niente vale quel “tesoro” del bambino e quello dell’uomo perché non ha cambiato la vita.

Non si interrano tesori sotto a un vetro per avere un comando, un riconoscimento, un vassallaggio verso un’autorita, fosse pure un Padre, un Maestro, un Dio, No!, il “Tesoro” se ai bambini piace, se la tua storia li diverte o li commuove, ti riconoscono, proprio mentre racconti, loro “Capitano”. Perché la tua storia è tragica o fa ridere. Non aveva bisogno di critici allora, Accio, per dirne dell’umile bellezza, e neppure oggi sarà concesso questo potere a testualisti che si gingillano con l’interpretazione. All’autore bambino che ero non gliene importa niente. Nessuno si trapiantò tesori nel cuore per poi gettare via la mappa come lui. Con crudele innocenza. Così, oggi, su questo veliero, guardo quanto riluce nella stiva, sono sopra a un vetro, sopra un oceano telematico. Sono l’Olandese Volante. Faccio una letteratura minore da una vita, da quando ero bambino, e sono maledetto. Da un Deleuze mi sarebbe piaciuto conoscere cosa pensava di questo destino. Chi si è provato dopo di lui a spiegare cos’è la letteratura e l'arte, occultanto il delirio del capitalismo, ci ha fatto, spesso, la figura di chi s'imbastisce la propria navicella di poetica navigando in uno sputo di narcisismo  intellettuale. Golette governative a cui non riconosco alcuna autorità. A parte ciò, chiunque, sull’Olandese Volante potrà imbarcarsi avvistare nuove terre e isole e continenti ed essere avvistati come qualcosa che prima non si era visto. O letto. O dimenticato.


Claudio Di Scalzo

°°°


Sono in partenza per la Fiera del Fumetto di Lucca. Torno a casa. A Vecchiano. Ai primi di Novembre, l’Olandese Volante sarà on line. Sul veliero avrò casa. Discuterne con qualche amico che la vita la interpreta da fumettista sarà per me gioia grande.


martedì 12 ottobre 2010

Fabrizio Leoni: Caro Accio hai ricordi sul Cinema Olimpia? Da un messaggio su Facebook

  

                                                   Cds, "Accio sull'argine", acquarello.



CARO ACCIO... RICORDI IL CINEMA OLIMPIA?


Ciao Accio come stai ?
Mi spiace non esserci visti durante la tua permanenza a Vecchiano, in agosto, ma purtroppo il lavoro, le ferie e gli animali non mi hanno lasciato molto tempo libero.
Ti scrivo per chiederti se è possibile avere un tuo recapito telefonico da girare a Sauro Scalzini (il maestro di musica te lo ricordi ?) poichè sta scrivendo un libretto da presentare per l'inaugurazione del nuovo teatro Olimpia che avverrà presto e dove verranno ripercorse con notizie, storie e foto tutte le tappe che i muri del mitico cinema hanno visto ed udito. Si spazia dai personaggi organizzatori di eventi musicali , teatrali e di poesia che si sono avvicendati sul suddetto palco.
Sauro vorrebbe chiederti se hai qualche notizia al riguardo del Teatro che magari hai raccolto nel tempo e immagazzinato nella tua memoria o nei tuoi scritti che magari noi non sappiamo.
Ho usato il plurale perché io nel mio piccolo ho collaborato fornendo notizie per gli eventi e manifestazioni organizzate dal gruppo HOWL... ti ricordi Guccini, Brandurdi, Gaetano a Vecchiano?
Aspettando una tua risposta ti saluto e ti abbraccio nella fierezza di averti conosciuto ed aver condiviso con te la mia adolescenza.

                                            Fabrizio


°°° 


Caro Fabrizio... mi sembra proprio una bella notizia. Che mi dai. In calce metterò le coordinate per raggiungermi. Sì, ho ricordi, anche scritti, ad esempio il premio poesia, l'unico a cui ho partecipato, organizzato dal Carnevale Vecchianese, che vinsi giovanissimo con un poemetto dedicato a Vecchiano. Nella giuria Antonio Tabucchi, Mario Luzi, Piero Bigongiari, Silvio Guarnieri dell'università di Pisa, il critico e amico di Montale. La giuria si sentiva molto "paesana". In trasferta dalla città, dall'Università. Li presi in contropiede con un racconto sliricato in versi mezzo futurista e mezzo crepuscolare. Contro la "Tradizione". Invece di andare alla cena con la giuria portentosa, andai a ballare alla Capannina con il Pazzo, e Tabucchi s'incavolò di brutto. Per la scortesia. Il premio fu un dipinto di Marta della Croce, che conservo ed è molto intenso. Era il 1977. Mi piacerebbe ciò ricordarlo ed eventualmente pubblicare brani di questo poemetto. Che è rimasto inedito. Come la maggior parte di quanto ho scritto. Ma devo ritrovarlo. Il tuo arrivo sembra una simbologia. Stavo per fare “pulizia” tra le scatole e i file. Io butto via quanto a volte scrivo. Ho come Musa anche la Distruzione. In questi giorni penso a Rimbaud. Sarò a Vecchiano dal pomeriggio del 29 ottobre e riparto il lunedì successivo al mattino. Vado alla Fiera del Fumetto a Lucca. A trovare amici disegnatori. Ho il rimpianto di non aver fatto lo sceneggiatore per fumetti, di non aver tentato il disegno da fumettista.
Incontriamoci e così mi parli di cosa inventi. I luoghi, con le nuove forme di comunicazione, possono essere "narrati" e "interpretati". Anche Vecchiano, e soprattutto le nostre storie in esso che hanno, secondo me, una grande originalità. Credimi! Siamo stati una generazione notevole. Importante salvarne la scia. Ognuno con le sue potenzialità. Io tra questi. Non voglio fare lo scrittore, ma, ricordalo, Accio che scrive. Il tu babbo, il Pesciaio e Lalo l'hanno fatto oralmente, al muretto dellOlimpia, in piazza, noi possiamo incrementare "Vecchiano, un paese" anche con qualche scrittarello. Al muretto del web.  A presto, Accio.  discalzo@alice.it  




  

domenica 10 ottobre 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio: La buca dello Scrocci


  
                                                                           CDS, "Bambino e grotta fonda", tecnica mista su carta, 10.10.2010



LA BUCA DELLO SCROCCI

Porgevo l’orecchio alla buca, alla Bua dello Scrocci sul Monte Castello, dietro la Chiesa, e se ci buttavi un sasso rotolava per minuti, in fondo in fondo in fondo anzi senza fondo bimbo giraci in tondo e se ci caschi più non torni sù… sù sù sù come i pesci dal mare che bolle fanno e sgusciano a te sugli occhi  per svanire un segreto.
Starà dormendo a occhi aperti?
E chi lo sa!… se stacca e finisce di soffrire è meglio
Da quanto è così?
Da quando è caduto dal tetto
Dal tetto?
Invecchiando sai com’è! Si era convinto che sotto le tegole c’era il suo romanzo..
Che romanzo?
Diceva di averlo scritto e messo in una busta sotto alla tegola!
E poi...
Poi è scivolato e si è quasi ammazzato… ed è qui a tormentarci in silenzio… si è fatta viva
un'amica… e dobbiamo  lustrarlo, e io perdo la parrucchiera...
Mi fermo io per il tuo turno… ma scrive davvero?
Sotto la tegola c’era un uccelletto mummificato… e nidi vuoti… a volte dice corbellerie… date.
Ci andavano in gruppo alla Bua dello Scrocci… io la raggiungevo da solo… più che altro stavo solo da piccolo… e poi le storie se ero in compagnia non l’avrei udite… magnifiche oh che strane… a volte mi prendevano in esse ed ero cresciuto e anch’io avevo qualche paese lontano da vedere e un oceano da traversare… poi buttavo un sassolino e la Bua dello Scrocci o chi mi parlava là in fondo capiva che era buio veniva buio e dovevo tornare a casa, che mi perdonasse, sarei tornato! altrimenti i miei stavano in pensiero… ma sarei tornato… no quelle cattive di storie non le voglio sentire… e invece anche quelle devi conoscere non fare il bimbetto… devi temprarti! Il mondo è cattivo, domani l’eroe muore o perde per stupidità quello a cui teneva più di tutto al mondo! Non te lo dico cosa!… allora non vengo! oh verrai lo stesso! no! verrai sarai tu il protagonista domani!
Sembra spaventato, signor ******* non faccia così, le tergo il sudore…
Il bambino tremava come una foglia, non cenò, cos’hai la febbre!?, no mamma, ho mangiato un panino dalla zia, vado a ripassare matematica e devo fare il disegno per Religione! Lo vedi mamma che sono diventato bravo! E invece disegnò una buca fonda fonda che a raggiungerla coi pensieri tutto si monda ma se ci caschi cuor ti sfonda pace non avrai paura t'inonda! Devo inventarmi un amuleto una protezione! E disegnò la ragazzina di cui era innamorato anche se lei non lo sapeva e se anche glielo avesse detto avrebbe fatto finta di nulla, lui era il ragazzo dei dispetti e sembra che uccidesse gli uccellini strizzandogli il becco per vedere come annaspavano… li prendeva nei nidi sotto alle tegole! Ed entrava nei bagni delle bambine per vedere loro la “pepa” e ridere di loro mentre pisciavano… il ritrattino era somigliante anzi abbellito, pensò il bambino, dov’è il portaritratti? ah eccolo. E preso un ovale, ci tolse il nonno, e ci inserì ***** e se la mise sul comodino… domani può dire cosa vuole la Donna sul fondo! Tu sei con me…buonanotte… Stai in piedi e ascolta se non vuoi stare in piedi accucciati a quattro zampe e porgi orecchio… ti vedo spavaldo! cos'hai che ti fa sentire tanto sicuro! un santino? ah la vedo la vedo è una “santina” e pensi possa proteggerti…scemo… se volessi la faccio arrivare fin qui e qui la tengo finché non la libererai! Non posso farlo? posso tutto! sprovveduto d’un bimbetto… c’è un trenino in arrivo… sì come quello che da Pisa va a Tirrenia all’albergo di tuo zio ma in un’altra cittadina… non dico quale deve ancora accadere non posso essere precisa… ascolta o smetto!... vuoi che ci metta sopra la ragazzina che hai in mano?… ah, romantico d’un bimbetto, ce la metto sta al finestrino e vede i luoghi dove l’aspetti per la prima volta… ma devi farmi vedere com’è…sporgi il braccio… tienila tra le dita… così… che la veda e me la imprima tanto da darle i lineamenti al vetro… ah che bei capelli... se li è scorciati da poco...
Non si agiti! La prego… Non si agiti così…dottore, il paziente scuote la testa e lacrima… gli passa? È l’agonia!… lo so non dovrebbe farmi impressione! Ma prima ero in altro reparto… pensa veramente che chi ha avuto troppe parole per il capo le rilegge tutte? Mi sta prendendo in giro?
Mi sembrò vecchia, ma non lo era, ora posso capirlo! Era vestita di nero come le contadine in lutto… era suo l’uliveto in cima al monte… mi spinse BUH e mi trattenne ridendo Buh!… cosa ci fai qui! Lo sai che è proibito dai vigili venirci! La devono tappare tappare… mi sentii precipitare… mi voltai aveva un riso sgangherato e il pelo arrotolato sul neo della guancia  mi sembrò un cavatappi… l’ovale mi sgusciò di mano e cadde nella buca… nella Bua dello Scrocci... la donna si allontanò… se quando torno da raccogliere le fascine sei ancora in giro ti ci butto dentro… non ti ci voglio qui… e il ritratto rotolava e rotolava e rimbalzava …e la voce dal fondo diceva… ora è mia ora è mia e dal treno non scende... e tu l'aspetterai invano… scemo… non hai saputo custodire quanto ti era stato donato… dal destino… non ci si può fidare di te… ahi ahi ahitè!… non ci si può fidare di chi crede di essere grande ed è un bimbetto bugiardo che immagina di sentirmi in fondo a una buca…

Non si agiti, aspetti che le asciugo le guance, vengono a farle visita… non posso capire cosa significa… mi spiace tanto… deve proprio essere stato tragico questo suo 11 ottobre…


CDS
ACCIO
11 ottobre 2010


°°°

Ho ricevuto lettere di amici. Il weblog "Vecchiano un paese" è il legame con la mia terra. Continuerà a ospitare storie vecchianesi. Non mie. Ma di tante vite. Questa è una che mi fu raccontata da un’infermiera all’Ospedaletto di Vecchiano e che ho leggermente modificato.
Credo che per la letteratura che verrà, chi la praticherà, non io, dovrà far incontrare quanto la selvaticheria di un mondo non domo dalla tecnica, o come essa lo ha pervertito ma non addomesticato, ancora accoglie in sé, le pulsioni e i sentimenti inespressi un tempo affidati al mugugno, alla parola mozza, di chi alfabeto non aveva, e… “innervarla” con la tradizione di una storia letteraria che viene sparsa come simulacro di retorica e stilistica vacua. Attualmente le due lingue sono la concrezione anche on line di un "peluche linguistico" fatto di moine e organi assenti. Il peluche non defeca non sborra non morde e se piange lo fa con acqua distillata. Avrà una bella avventura chi tenterà questa impresa. E se conoscesse il selvaggiume che esprime il maiale mentre viene macellato per ricavarne prosciutti assieme a ogni trucco dei tropi insaccati nello spettacolo dei vizi e delle virtù… forse ancora il ciuffo del ragazzo di Clerville s'affaccerà su di un cimitero immenso.

Claudio Di Scalzo detto Accio