domenica 10 ottobre 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio: La buca dello Scrocci


  
                                                                           CDS, "Bambino e grotta fonda", tecnica mista su carta, 10.10.2010



LA BUCA DELLO SCROCCI

Porgevo l’orecchio alla buca, alla Bua dello Scrocci sul Monte Castello, dietro la Chiesa, e se ci buttavi un sasso rotolava per minuti, in fondo in fondo in fondo anzi senza fondo bimbo giraci in tondo e se ci caschi più non torni sù… sù sù sù come i pesci dal mare che bolle fanno e sgusciano a te sugli occhi  per svanire un segreto.
Starà dormendo a occhi aperti?
E chi lo sa!… se stacca e finisce di soffrire è meglio
Da quanto è così?
Da quando è caduto dal tetto
Dal tetto?
Invecchiando sai com’è! Si era convinto che sotto le tegole c’era il suo romanzo..
Che romanzo?
Diceva di averlo scritto e messo in una busta sotto alla tegola!
E poi...
Poi è scivolato e si è quasi ammazzato… ed è qui a tormentarci in silenzio… si è fatta viva
un'amica… e dobbiamo  lustrarlo, e io perdo la parrucchiera...
Mi fermo io per il tuo turno… ma scrive davvero?
Sotto la tegola c’era un uccelletto mummificato… e nidi vuoti… a volte dice corbellerie… date.
Ci andavano in gruppo alla Bua dello Scrocci… io la raggiungevo da solo… più che altro stavo solo da piccolo… e poi le storie se ero in compagnia non l’avrei udite… magnifiche oh che strane… a volte mi prendevano in esse ed ero cresciuto e anch’io avevo qualche paese lontano da vedere e un oceano da traversare… poi buttavo un sassolino e la Bua dello Scrocci o chi mi parlava là in fondo capiva che era buio veniva buio e dovevo tornare a casa, che mi perdonasse, sarei tornato! altrimenti i miei stavano in pensiero… ma sarei tornato… no quelle cattive di storie non le voglio sentire… e invece anche quelle devi conoscere non fare il bimbetto… devi temprarti! Il mondo è cattivo, domani l’eroe muore o perde per stupidità quello a cui teneva più di tutto al mondo! Non te lo dico cosa!… allora non vengo! oh verrai lo stesso! no! verrai sarai tu il protagonista domani!
Sembra spaventato, signor ******* non faccia così, le tergo il sudore…
Il bambino tremava come una foglia, non cenò, cos’hai la febbre!?, no mamma, ho mangiato un panino dalla zia, vado a ripassare matematica e devo fare il disegno per Religione! Lo vedi mamma che sono diventato bravo! E invece disegnò una buca fonda fonda che a raggiungerla coi pensieri tutto si monda ma se ci caschi cuor ti sfonda pace non avrai paura t'inonda! Devo inventarmi un amuleto una protezione! E disegnò la ragazzina di cui era innamorato anche se lei non lo sapeva e se anche glielo avesse detto avrebbe fatto finta di nulla, lui era il ragazzo dei dispetti e sembra che uccidesse gli uccellini strizzandogli il becco per vedere come annaspavano… li prendeva nei nidi sotto alle tegole! Ed entrava nei bagni delle bambine per vedere loro la “pepa” e ridere di loro mentre pisciavano… il ritrattino era somigliante anzi abbellito, pensò il bambino, dov’è il portaritratti? ah eccolo. E preso un ovale, ci tolse il nonno, e ci inserì ***** e se la mise sul comodino… domani può dire cosa vuole la Donna sul fondo! Tu sei con me…buonanotte… Stai in piedi e ascolta se non vuoi stare in piedi accucciati a quattro zampe e porgi orecchio… ti vedo spavaldo! cos'hai che ti fa sentire tanto sicuro! un santino? ah la vedo la vedo è una “santina” e pensi possa proteggerti…scemo… se volessi la faccio arrivare fin qui e qui la tengo finché non la libererai! Non posso farlo? posso tutto! sprovveduto d’un bimbetto… c’è un trenino in arrivo… sì come quello che da Pisa va a Tirrenia all’albergo di tuo zio ma in un’altra cittadina… non dico quale deve ancora accadere non posso essere precisa… ascolta o smetto!... vuoi che ci metta sopra la ragazzina che hai in mano?… ah, romantico d’un bimbetto, ce la metto sta al finestrino e vede i luoghi dove l’aspetti per la prima volta… ma devi farmi vedere com’è…sporgi il braccio… tienila tra le dita… così… che la veda e me la imprima tanto da darle i lineamenti al vetro… ah che bei capelli... se li è scorciati da poco...
Non si agiti! La prego… Non si agiti così…dottore, il paziente scuote la testa e lacrima… gli passa? È l’agonia!… lo so non dovrebbe farmi impressione! Ma prima ero in altro reparto… pensa veramente che chi ha avuto troppe parole per il capo le rilegge tutte? Mi sta prendendo in giro?
Mi sembrò vecchia, ma non lo era, ora posso capirlo! Era vestita di nero come le contadine in lutto… era suo l’uliveto in cima al monte… mi spinse BUH e mi trattenne ridendo Buh!… cosa ci fai qui! Lo sai che è proibito dai vigili venirci! La devono tappare tappare… mi sentii precipitare… mi voltai aveva un riso sgangherato e il pelo arrotolato sul neo della guancia  mi sembrò un cavatappi… l’ovale mi sgusciò di mano e cadde nella buca… nella Bua dello Scrocci... la donna si allontanò… se quando torno da raccogliere le fascine sei ancora in giro ti ci butto dentro… non ti ci voglio qui… e il ritratto rotolava e rotolava e rimbalzava …e la voce dal fondo diceva… ora è mia ora è mia e dal treno non scende... e tu l'aspetterai invano… scemo… non hai saputo custodire quanto ti era stato donato… dal destino… non ci si può fidare di te… ahi ahi ahitè!… non ci si può fidare di chi crede di essere grande ed è un bimbetto bugiardo che immagina di sentirmi in fondo a una buca…

Non si agiti, aspetti che le asciugo le guance, vengono a farle visita… non posso capire cosa significa… mi spiace tanto… deve proprio essere stato tragico questo suo 11 ottobre…


CDS
ACCIO
11 ottobre 2010


°°°

Ho ricevuto lettere di amici. Il weblog "Vecchiano un paese" è il legame con la mia terra. Continuerà a ospitare storie vecchianesi. Non mie. Ma di tante vite. Questa è una che mi fu raccontata da un’infermiera all’Ospedaletto di Vecchiano e che ho leggermente modificato.
Credo che per la letteratura che verrà, chi la praticherà, non io, dovrà far incontrare quanto la selvaticheria di un mondo non domo dalla tecnica, o come essa lo ha pervertito ma non addomesticato, ancora accoglie in sé, le pulsioni e i sentimenti inespressi un tempo affidati al mugugno, alla parola mozza, di chi alfabeto non aveva, e… “innervarla” con la tradizione di una storia letteraria che viene sparsa come simulacro di retorica e stilistica vacua. Attualmente le due lingue sono la concrezione anche on line di un "peluche linguistico" fatto di moine e organi assenti. Il peluche non defeca non sborra non morde e se piange lo fa con acqua distillata. Avrà una bella avventura chi tenterà questa impresa. E se conoscesse il selvaggiume che esprime il maiale mentre viene macellato per ricavarne prosciutti assieme a ogni trucco dei tropi insaccati nello spettacolo dei vizi e delle virtù… forse ancora il ciuffo del ragazzo di Clerville s'affaccerà su di un cimitero immenso.

Claudio Di Scalzo detto Accio





  



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