sabato 11 settembre 2010

Claudio Di Scalzo: Marina di Vecchiano di Mario Pardella su Facebook

 

                                                               Foto di Mario Pardella


LA MARINA DI VECCHIANO DI MARIO PARDELLA

Mario Pardella è un uomo gentile. E come guarda e conserva per sé e per gli altri il mare vecchianese lo dimostra. Mario è anche il mio vicino di casa, 'ase appicciate,  dal terrazzo che porta al primo piano, dove ci stanno libri e disegni e attrezzi del camion di mio padre, nel caos complice, vedo le sue finestre e un limone. Mario è amico cortese della Nada, che a lui si rivolge per problemi “insormontabili”, un interruttore che non funziona alla lavatrice, un problema all’apparecchio telefonico! - per la Nada anche se Mario è pensionato rimane il tecnico dei telefoni - un consiglio sull’acquisto del nuovo televisore che un fulmine ha annerito. A tutti e due. Per averne l’aiuto la Nada va sul terrazzo, da dove in agosto guardo il centro del paese con la torre, una chiamata,... Mario... o Mario... e se è in casa lui appare, mite, cortese, disponibile. Anche in questi scatti su Marina di Vecchiano e Bocca di Serchio - su cui sta calando l’autunno - scopro la sua vera “firma”, offrire con delicatezza una parte del suo vissuto, i suoi pensieri visivi in cerca di un luogo amato, e che, grazie al web, al social-network Fb, può sfogliare assieme ad altri, a una amica per la quale è stato gli occhi sopra una spiaggia. Spiaggia del mondo… e credo del Bene.
Saluto Mario dal terrazzo di via Indipendenza n. 9 e da un altro alpino che guarda il Passo del Maloja e la Svizzera. Con la fantasia mi tuffo un'ultima volta dove ho nuotato tutto agosto. ACCIO

Ps. Sul Weblog “Vecchiano, un paese” vado scrivendo, severamente, che spesso, su Fb, i poeti - quelli che fanno pubblicità ognidì ai loro librini, raramente scrivendo inediti per paura che altri glieli copino, neppure fossero Montale o Calvino! - e gli addetti alla cultura, giornalisti, universitari, direttori editoriali, intellettuali di vario calibro, “sfigurano” per pochezza davanti a persone che non scrivono per mestiere o carriera, ma che sono, “scrivendo on line” più autentici, mostrando una loro “cifra” di umanità, di reale scambio e nel raccontare il "privato", il "quotidiano". Senza inutili chiacchiericci! tanto per segnalare la propria esistenza riversando su Fb quello che in genere sta nei cellulari, nel duetto visivo su Skypes. Credo che in futuro, anche sul piano sociologico, per "interpretare" i linguaggi della comunità italiana bisognerà leggere queste scritture e non quelle di chi possiede "mestiere". Le fotografie di Mario Pardella lo dimostrano. Si può usare il “medium” diversamente. La “narrazione”, autentica, sta in quel “Ultimamente ho molti pensieri che mi assillano”. “Narrazione” minimale, diaristica non in finzione per smilza esibizione web!, che sono lieto di scoprire, perché certe mie posizioni “ribelli” (nei quattro post dietro questo si possono leggere, compresa la "Lettera a Tania Marino" dove traccio una possibile futura narrazione per Vecchiano e dintorni), e credo comunistiche, contro la scrittura che viene resa feticcio mercificato in cerca di vendita (editori, carriera letteraria, mostre, giornali, riviste) anche nel mezzo più libertario mai inventato che è la Rete, non ricevono che ostilità, spesso silenziosa, anche da tanti “intellettuali” di sinistra. Ahinoi "comunisti". A cui consiglio di andare a cercare le "storie" oltre il loro recinto e ad inventare nuovi "significanti" sullo schermo. Ma se due vicini di casa, in un paese vicino al mare, s'intendono, con la complicita in rilancio di Giorgio Marianetti dottore del paese,  possiamo - e che strani percorsi offre la poesia quando non si definisce poesia! caro Mario Pardella - indicare un’altra maniera di “raccontarci”. Glocale per quel che vale.


 Claudio Di Scalzo
detto Accio figlio di Lalo




  

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