lunedì 13 settembre 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio: Il Castello di Ripafratta e Ugolino






IL CASTELLO DI RIPAFRATTA E UGOLINO
(anche lettera a Margherita Stein)

Alla base del castello di Ripafratta il Conte Ugolino fece allestire l'accampamento per i suoi uomini. Il Serchio limitava l'espandersi delle tende e del pascolo per i cavalli scossi. Sentì la provvisorietà di ogni luogo stretto com'era fra le mura merlate stabili in alto e il limite dato dall'ansa del fiume. Oltre il fiume le terre palustri di Vecchiano e forse l'inizio di altri fili del suo transito terrestre che avrebbe percorso, presto, soltanto con la divorante nostalgia del prigioniero. La mia vita è tutto un esilio da posti che promettevano di accogliermi, pensa Ugolino, controllando i denti al suo cavallo. (da "Inverno '900 in provincia", annuario Tellus 30, 2009)

Cara Margherita Stein,... domani ricomincio la scuola e illustrando nella classe terza il programma da svolgere citerò l'Inferno di Dante; e, so già che, ricordando il Canto XXXIII, quello dove appare la figura tragica del conte Ugolino e dei suoi figli,  ricorderò il castello di Ripafratta, perché dirò pressapoco che tanti eventi dell'Inferno dantesco si svolgono dove sono nato. E a proposito di Ugolino, prima ancora di Piazza Cavalieri a Pisa dove un palazzo ingloba la cupa torre, rammenterò il castello di Ripafratta. E i monti di San Giuliano, il "foro", per cui "i Pisan veder Lucca non ponno".

Qual è l'analogia che mi coinvolge? E' di una semplicità disarmante cara Margherita.  Perché dal paese di Ripafratta, su quella parte della via dell'Abetone, transito per andare a Lucca. Passando prima da Rigoli, e dalla sua piccola chiesetta romanica fino al Castello diroccato che vedo dall'auto, attraverso un paesaggio della mia memoria, ed è come se entrassi nel libro che non ho scritto ma che ho vissuto e che rileggo tenendo il dito proprio dove un giorno dissi a chi stava con me: "Si monta da questa parte".

E questo non posso raccontarlo, è un frammento di monologo interiore dinanzi a visi incuriositi dalla mia parlata pisana, o vecchianese, che poi è un misto tra Lucca e Pisa, e non mi resta che dire... un giorno mi sono fermato all'edicola del paese e ho chiesto: mi dà una cartolina del castello. Un cè, un cè mai stata. Ma come non avete una cartolina del castello di Ripafratta ricordato da Dante nella Divina Commedia!? E che bisogno cè d'una 'artolina se ce l'abbiamo sulla testa...

Ecco pessapoco così. E i nordisti cascano sempre nella trappola del prof! perché diranno noi il castello di Chiavenna sulla cartolina lo abbiamo. E io rispondo, sì, ce l'avete ma nella Divina Commedia non siete mica ricordati! e poi ci sono soltanto le fondamenta, il castello di Ripafratta ha ancora le mura, e presto faranno un ottimo restauro, questa è una bugia!, e si entra dentro passando sotto una volta crollata,... però a questo punto ancora torna un ricordo biondo e la spiegazione si complica...

... adesso interrompo questa lettera, è notte fonda, e l'insonnia mi ha permesso di scriverti questa lettera sentimentale, cara Margherita, e di preparare la cartella per tempo. Quando vai a Lucca dai un'occhiata per me al castello che narrandolo prima in un annuario, e poi in questa lettera, finirà su Facebook,... castello che spero prima o poi venga fotografato per una cartolina, perché la spiegazione dell'edicolante è simpaticamente vernacola ma anche testimonianza di come vengono sprecate occasioni importanti per far conoscere, e tutelare, la propria terra... lo so, stai per dire che il Castello di Vecchiano, che poi è un santuario, ha molte cartoline, ma si sa... dove si prega una cornice alla fede ci sta bene, i pellegrini si scrivono... a presto,
   
                                     Claudio detto Accio, ore 4,30



     
°°°
 

DUE IMMAGINI DEL CASTELLO DI RIPAFRATTA


Ché se 'l conte Ugolino aveva voce
d'aver tradita te de le castella,
non dovei tu i figliuoi porre a tal croce (vv 87)

                                                     








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