Claudio Di Scalzo
RICORDI DI SCUOLA DI UNO STRAPAESANO TELEMATICO - 1
Passeggiare, a sera, per Vecchiano è per me come sfogliare un album di fotografie, in bianco e nero oppure in virate seppia. Il “paese” nella bozzettistica toscana ha avuto una grande centralità. Nel secondo Ottocento in pagine di Collodi, Pelosini, Fucini e poi nel primo Novecento in Tozzi, Paolieri. Addirittura Maccari e Malaparte, tra Siena e Prato, ne fecero un chiassoso movimento letterario chiamandolo “Strapaese” in polemica contro chi aderiva a “Stracittà” come Bontempelli. Diciamo che in certe giornate vecchianesi mi sento uno strapaesano telematico. E in tredici anni, da quel mio feltrinelliano “Vecchiano, un paese”, anch’esso incentrato su fotografie, che dà il nome al Weblog, una nuova narrazione su queste strade riserverebbe molte sorprese per i rapidi mutamenti avvenuti tra gli abitanti, la loro composizione, comportamenti, vissuti che a volte si mischiano con la tradizione e altre volte confliggono con essa. Senza rammentare poi la galassia giovanile che stazione in Piazza Garibaldi, nel parco Pier Paolo Pasolini e anche in Piazza Galletti, che però poco illuminata sembra sia anche meta di rischiose gare di motori e a notte alcova automibilistica per coppiette. Ma la mia passeggiata, quando ancora da certe finestre si vedono nei cortili la gente a cena, non corre rischi d’incontrare innamorati travolti dall’eros, ma ricordi sì, ovvio, perché in questa piazza non ancora piazza ma campo di granoturco sfrecciavo bambino con la fionda, e una volta spalmato al posto delle verdure l’asfalto, la traversavo da studente, ma allora non c’erano ingressi sulla piazza né abitazioni tanto ben curate, per raggiungere la casa di un mio compagno di scuola. G***** B. Frequentavamo Ragioneria a Pisa. Nel biennio. E io non ero molto preciso nell’annotare sul diario la lezione per il giorno dopo, i cambiamenti d’orario, i compiti in arrivo. Così mi precipitavo dal compagno di scuola. Lui sempre gentile mi diceva: "Accio, possibile che non annoti mai niente". "Domani scrivo tutto". E lui scuoteva il capo sapendo che non sarebbe accaduto. Assieme trascrivevamo anche lunghe ricerche di scienze da una voluminosa enciclopedia, credo la Treccani, che lui possedeva perché la sua famiglia era benestante e anche la casa aveva più piani, e sua madre usava con me e altri studenti una cortesia squisita che non era quella ciarliera e popolana. Nella casa accanto abitava la signora ******, e il suo nome che è quello del principe dei colori, sia nella cadenza Avorio o Napoli, era declinato in un vezzoso diminutivo, ma non corrispondente al vero perché era alta. Da ******, che insegnava inglese, cugina del padre di G***** B, andavo a ripetizione. Talmente volentieri che se imparavo facevo finta di non aver inteso per ritornarci, da tanto che era bella e ricordava un’attrice del cinema muto, come Greta Garbo, che avevo visto su di un giornale di mio padre. Ricordi, ricordi di scuola stasera, vecchianesi, avendo a mente Mosca che ne fece il titolo di libro fortunato al quale posso aggiungere “telematici”, o “elettronici”, perché li pubblicherò sul mio Weblog "Vecchiano, un paese" e poi su Facebook; e chissà se G***** B abita ancora a Vecchiano, e se la sua giovane sorella, P*******, che ricordo come un demonietto carino, una bambina piena di brio, si ricorda dell’antico compagno di scuola di suo fratello che scandalosamente, per quei tempi, portava i capelli lunghi come Mick Jagger dei Rolling Stones.
Claudio Di Scalzo detto Accio
Probabile continui questa serie di “Ricordi strapaesani telematici”. A breve partirò per la Valtellina, per San Cassiano Valchiavenna dove abito, e portare con me qualche “ricordo di scuola” e di Vecchiano sarà utile per custodire una dolce malinconia, qualcosa di tenero in questo agosto 2010; e i miei studenti, del triennio, grazie al Web, potranno conoscere il motivo per cui, mai, uno di loro prende una nota, o un voto basso perché non ha in ordine diario o compiti. Accio si ricorda com’era e li capisce, e da oggi, sapendo anche dei miei capelli lunghi che facevano irritare i professori fino al rapporto sul registro e ai punti in meno nel compito, potranno ancora più baldanzosamente mostrare i loro tatuaggi, capigliature stravaganti, e bulloni, sicuri di ricevere un mio sorriso comprensivo per la loro gioventù. E anche questi sono ricordi di scuola, da vivere, nel futuro. Tra il Serchio e le Alpi. CDS
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