RICORDI SOPRA UNA SQUADRA DI CALCIO VECCHIANESE
(seconda puntata)
III
Accanto a Maurino il Puntoni con un tre Zernilhofkiano c'è il Magagna, un
sorridente Rossano e il Maestro Roberto Melani. Il maestro Roberto Melani,
grande esteta della musica, polistrumentista e divulgatore della musica fra i
PEONAS. Si questo è un ricordo anche personale: - Il Maestro Melani nel volgere
di un par d'estati insegnò i rudimenti del perfetto strimpellatore ad un bel
manipolo di frequantatori del Bar de' Maiali - chitarre e pennina e via a
giornate sane a fare esercizi sotto la guida paziente del Melani. Il nostro
pubblico costituito da altri giovinastri non suonanti una volta diventati un
tantino bravini fu trasformato in cori compassionevoli. Ci siamo divertiti
tanto con il Melani. Il maestro abitava in quel tempo in Corte di Cecchino
luogo di per se' evocativo di altre narrazioni antiche, ma questa è un'altra
storia. Un aneddoto, suonando e risuonando un pomeriggio nel fondo che ci
'aveva affittato il Boddicchio in Via Barsuglia, scoprimmo che un altro
Barsuglia per tutti gli amici Flauto possedeva una voce blues eccezionale ed
una versatilità impressionante. Flauto o meglio Claudio cantando anche
piuttosto bene - preso da lazzo e scherzo - cominciò a cantare con fare
balbuziente. In quel modo di fatto prendeva in giro il Buon Maestro Melani notoriamente
permaloso e il refrain più frequente una libera traduzione di Flauto da Knock
knock at the Heaven's Door di Bob Dylan. La frase con balbuzie provocata
recitava: - Aa-aahi capito' e si ripeteva. Da quei giorni con malcelato
disappunto divento' - Aa-aahi capito? - Assistemmo tutti in diretta alla
nascita di un soprannome. Grande persona il Maestro Melani - generoso e
paziente divulgatore di musica verso irriducibili PEONAS più nutriti dal
retropensiero di utilizzare quel poco che ci aveva insegnato o meglio che
avevamo imparato per affascinare fiche in interminabili pomeriggi alla Lagomare
che dal desiderio di dedicarsi seriamente alla musica. Il suo migliore allievo
divenne SIPO (Massimo Lippi) tenace e continuo imparò veramente a suonare la
chitarra e non è poco.
IV
Procedendo verso il mago vediamo
Valtere il figlio dell'autista della SITA, al secolo Bertoni Valtere e non
Walter che a quel tempo suonava come un nome imperialista. Un nato simpatico,
ottima persona e sempre allegro - un caro amico in quei tempi di transumanze
autobussistiche verso Pisa. Frequantava l'ITI per cui all'ingresso in città era
fra i primi a scendere insieme a Liviano Grossi (il figlio di Cecco Pazzo) e a
Adolfo Baraglia della famiglia dei giganti. Molto simpatico anche suo fratello
minore di cui non ricordo il nome, il fratello musicante della Banda
frequentava come d'ordinanza il Bar Nencioni dove regnava forte e indiscusso il
Tiri, grande maestro di musica e dove si riunivano a più riprese i grandi
consumatori di granite della Lisetta. In un sol colpo ho ricordato un mucchio
di gente - che partita evocativa quella partita.
V
Tutto d'un botto arriviamo al
Mago; beh! che dire qui ci vorrebbe la penna di un romanziere per descrivere
quest'uomo incredibile. Ho sempre avuto opinioni contrastanti su di Lui,
valente parrucchiere. Oggi, ancora oggi penso che non so se si atteggiasse o
fosse veramente convinto - indubbiamente il suo salone di parrucchiere era
sempre pieno - chissà se non fosse stato personaggio cosa sarebbe stato del suo
salone. Un aneddoto: - un pomeriggio si sedette sulla sedia per una barba il
Barracuda, al secolo Gioiello Baraglia - il Mago Gianfranco iniziò il suo
spettacolo convinto di ipnotizzare Gioiello che stava al gioco. Ad un certo
punto Gioiello si finse addormentato. Il Mago gli arrivò a tiro di schiaffo.
Parti uno schiaffo a guancia piena con Gioiello ancora finto addormentato.
Risate a crepapellle e avanti verso un'altra giornata da Gianfranco con sane
letture di Gabriel Pontello alias Supersex fotoromanzo per adulti.
VI
Dietro al Mago mi pare di scorgere Concetto che all'epoca
gestiva il Bar o se non lo gestiva più lo evoco ugualmente.Grande tifoso delle
squadre vecchianesi si rese noto per i salti dallo spalto fin sopra lo
"scrimbolo" della rete per urlare il suo grido di guerra in
siculo-vecchianese " ABBITRO VATTELO A PIGGHIARE IN TOPA" Pigghiare
si legge con l'accento!
VII
Un particolare, escluso il MAGAGNA di
tutti quelli che calcarono il campo quella sera di calciatori veri non ce
furono, ma fu una delle serate più divertenti delle nostre estati anni 70 -
fece affari anche il PROSTITUTO meglio noto come SILVANO DELLA MIDE. Il
soprannome PROSTITUTO se lo guadagnè perchè con ciò apostrofava gli arbitri che
si avvicendavano non senza pericolo ad arbitrare le partite al campo di
Vecchiano. Chi di spada ferisce, di spada perisce.
...CONTINUA
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