CDS: "Bruno Cicognani barba bianca sulle mani"
15 maggio 2016
Claudio Di Scalzo
LA VELIA DI BRUNO CICOGNANI
“La Velia”... Bruno Cicognani la
scrive già barbato nel bianco sulle mani; il romanzo va al di là del fiorentinismo
+ bozzettismo delle Storielle e delle Figurine d’inizio secolo; ma è pur
sempre, nel 1923, un frutto maturo di quel verismo più grigiore con provinciale
squallore. E già il tragicante Federigo Tozzi se ne stava ben inchiodato in una
bara e Svevo pubblicava esiti umoristici per il suo Zeno. Quindi “la Velia”
scollina in una diversa narrazione per il nostro Bruno Cico barba bianca ma
altri scrittori lo avean già fatto. Però la
validità del romanzo non la si scopre nel confronto con autori che daranno ben
altri sviluppi alla storia del romanzo italiano (anche se quando Cicognani
scrive lui è molto conosciuto mentre il senese Federigo lo conoscono chi l’ha
portato al camposanto e Svevo lo apprezzeranno per pochi anni perché poi un
incidente d’auto lo porta via con la forza della bora detta destino infelice)
bensì scoprendo come l’autore narra storie familiari e individuali compiute da
esseri ai margini, che conducono amarevoli vite tra atti giudiziari incombenti
e stranite confraternite e parrocchie umide. Bruno Cicognani stesso in una
intervista accennò al suo romanzo come a uno scelto gioco d’ombre e decadenze
proprie di certi quadri di Rembrandt.
Se questa è la cornice la
focale del quadro romanzesco poggia sulla figura della Velia, donna giovane
appariscente e bella, intrisa d’istinto
e di gioia di vivere voracemente espressa. Che da apprendista sarta riesce a
diventare una ricca borghese fiorentina. Il prezzo lo pagano chi se ne invaghisce chi la ama. Travolti dalla sua naturalezza ch’è sua fortezza. Velia dispensante sensual ebbrezza.
CDS: "Velia mia Vela mia fantasia" - 15 maggio 2016
Personaggio femminile che
possiamo mettere accanto alla Ghìsola di “Con gli occhi chiusi” di Tozzi e ad
altre che anni dopo porterà sulla scena Cassola.
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